La donna nell’Antichità classica. Fisiologia. Società. Politica
4 marzo 2024, ore 17 – Salone degli Specchi, Palazzo di Città, Taranto
Con il patrocinio del Comune di Taranto
Breve abstract
Punto di partenza, nella relazione di Paola Radici Colace, la tragedia di Eschilo, le Eumenidi (l’ultima della trilogia intitolata Orestea), in cui di fatto veniva sancita l’importanza dell’uomo nella procreazione e la subordinazione a lui della donna, insomma, veniva di fatto celebrata la società patriarcale, principio fondante della società ateniese (e non solo!), in cui l’uomo era punto di riferimento essenziale all’interno della famiglia e della società. Ad influenzare Eschilo – è questa la seconda parte della relazione – erano state certamente le teorie biologiche sulla procreazione e sul corpo femminile, a partire dal pensiero dei Presocratici (Anassagora) e dall’esplorazione della letteratura filosofica e medica successiva (De morbis mulierum e De virginum morbis), divenuta strumento di controllo sociale e di propaganda politica.
Passando, poi, dal mondo greco antico a quello romano, la prof.ssa Santoro si propone, attraverso un agile excursus cronologico scandito da una selezione di fonti letterarie e immagini, di illustrare la divisione e l’istituzionalizzazione delle differenze di genere nella società romana, al fine di evidenziare come determinati comportamenti sociali, dettati da una differenza biologica, divennero il codice di una inferiorità culturale a danno delle donne che è alla base di certi stereotipi di triste attualità.