Abstract della conferenza della prof.ssa Paola Ingrosso, Il personaggio del soldato nella commedia greca, da Aristofane a Menandro: “Il personaggio del soldato vanaglorioso, spaccone, guerrafondaio, che grande fortuna avrà nella commedia europea (si pensi a figure celebri come il capitan Matamoros, nella commedia popolare del ‘500 e del ‘600 e nella Commedia dell’arte, a Capitan Fracassa, allo shakespeariano Falstaff o al barone di Münchausen), ha la sua origine nella commedia greco-latina.
La maschera stereotipa del mercenario millantatore, arrogante, vigliacco, si afferma nella commedia greca del IV-III secolo a.C., per poi trovare la sua più completa realizzazione con le rielaborazioni di quella commedia da parte degli autori della palliata latina, primo fra tutti Plauto, che ne porta in scena la sua versione più celebre, Pirgopolinice, il protagonista del Miles Gloriosus. E tuttavia, personaggi in qualche modo ‘anticipatori’ di questa maschera sono già individuabili nella commedia attica antica (si pensi ad esempio a Lamaco, soldato spaccone e millantatore degli Acarnesi di Aristofane) e nella commedia ‘di mezzo’. Con Menandro, poi, accanto al soldato vanaglorioso, compare in scena una nuova e sorprendente trasformazione del personaggio, il ‘soldato innamorato’, il quale rivela una profonda sensibilità d’animo e una straordinaria carica umana, che gli derivano dall’aver patito le sofferenze e i turbamenti dell’amore. Il commediografo sembra dunque voler agire sulle aspettative del pubblico, creando una tensione scenica tra la maschera e il personaggio, fra ciò che gli spettatori riconoscevano come tipo della tradizionale produzione comica e ciò che apprendevano su di lui, sia attraverso le sue battute e le sue azioni, sia attraverso commenti e resoconti da parte delle altre figure coinvolte nella vicenda. Si tratta di un’operazione poetica, che, sottolineando l’opposizione tra apparire ed essere, pregiudizio e realtà, rappresenta sulla scena personaggi che interagiscono in un rapporto complesso con quei tipi tradizionali di cui indossano la maschera e il costume”.